Tradurre dall'inglese in metro e rima
I libri, i testi a fronte, le riflessioni
Dal 2016 mi accade che mi venga chiesta da vari editori la traduzione di albi illustrati con versi inglesi, da rendere in versi italiani. Ho subito amato molto questo lavoro. Non mi ritengo e non sono un traduttore, non ne ho la preparazione, la maestria e la confidenza con la lingua d'origine: il mio inglese è francamente lacunoso. Ma l'italiano magari soccorre, perchè pare, a giudizio di editori e lettori, che io riesca a modellare una lingua poetica media che salva il massimo compatibile nell'ingranaggio reciproco delle tre i: l'inglese d'origine, le immagini di sponda, e l'italiano di arrivo: la sua forza e soavità quando parla in versi, rima e metro. Un'accettabile armonia, insomma, fra le due Ali di Senso e di Suono, che non mandino in svolazzo sgraziato un uccello-poesia con ali troppo diverse e sproporzionate.
Ho pensato di raccogliere qui in un'unica pagina, per uno sguardo e uno studio d'insieme, i libri tradotti finora, coi testi a fronte disponibili sotto ogni titolo; e con una riflessione su questo modo di tradurre versi in versi, estratta da un'intervista di Nicoletta Gramantieri su LiBeR di aprile-maggio-giugno 2018. Nelle pagine di presentazione di ciascun libro, a cui i link delle copertine conducono, si possono poi leggere altre informazioni e approfondimenti sui singoli lavori.
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TRADURRE VERSI
da "UNA LINGUA DI PASSI CHE CAMMINANO E DANZANO", intervista sul romanzo "IL GIARDINO DEI MUSI ETERNI" (Salani).
Nicoletta Gramantieri, rivista trimestrale LiBeR n. 118, aprile-maggio-giugno 2018
(...)
Nell'ultimo anno ti è capitato spesso di farti traduttore dall'inglese, di rendere in
"traduzioni poetiche" che hanno permesso di portare nel nostro paese albi illustrati
molto conosciuti e amati. Quest'operazione, questo andare e tornare da una
lingua all'altra ha portato qualcosa alla tua prosa, al tuo modo di maneggiare la
nostra lingua? Farsi traduttore ha aggiunto qualcosa al tuo orecchio, all'andare di
quei passi che dici, alla riflessione sulla lingua?
Ha aggiunto molto. Ma non tanto, o non solo all'orecchio, ai piedi che vanno e alla lingua
che canta. Bisogna fare un passo indietro dal piede che va alla forza e all'intenzione
dell'andare; dal mio "modo di maneggiare la nostra lingua", alle cose da dire in quella
lingua, alla forza, alla faccia che occorre per dirle. Le traduzioni poetiche hanno aggiunto
conferme alla preminente dolcezza dell'andar per sentieri, anziché dritti dentro la macchia;
d'essere pathmaker, camminatore di sentieri, anziché pathfinder, cercatore di sentieri.
Lo scrittore, il pittore, il musicista, l'artista che si dà il compito d'autore originale è un
pathfinder: fronteggia il caos, l'inarticolato, la macchia non percorsa da sentieri. È bello e
leggendario immaginarselo (senza un po' di leggenda la via dell'arte è noiosa e
impiegatizia), come in un film di fantascienza, in piedi contro la soglia d'interfaccia d'una
dimensione esterna, un muro ribollente di caos, un magma di tutti i significati possibili che
si attorcono insieme: in parole più semplici, la pagina bianca. Davanti a lui questo caos
dell'inespresso, dietro di lui un filo di testo, il cosmos. Bene, a fronte di questo compito di
pathfinder, autore cercatore di sentieri, quello di pathmaker, traduttore camminatore di
sentieri, appare più grato e lieve: i sentieri nella macchia inarticolata li hanno già aperti
altri, noi dobbiamo solo percorrerli. Ma attenzione, anche qui: col migliore dei nostri passi,
nel più leale e profondo rispetto sia del sentiero che dei piedi. Perché un sentiero tracciato
non rende meno severo il compito né più facili i risultati: si può incedere nella macchia
inarticolata con passo sgraziato, brutale e disadorno, inarticolato a sua volta; e si può
procedere lungo un sentiero già tracciato con passo danzante e ben composto, che ritraccia
e riarticola il sentiero mentre lo cammina.
In realtà quando si parla della traduzione di un albo illustrato i sentieri sono più di
uno. Ci sono lì anche le immagini a farsi percorso.
Certo, e in quel percorso rendere più bello e complesso l'andare. Le immagini sono
ostacoli, ma anche risorse. La mia esperienza di "traduzione poetica" è recente, ha visto
quattro traversate in due anni: "Ciao Cielo" (titolo originale "Blue on blue"), con versi di
Dianne White e illustrazioni di Beth Krommes, Il Castoro 2016; "Buonanotte Luna"
("Goodnight Moon"), versi di Margaret Wise Brown e illustrazioni di Clement Hurd, NordSud 2017
(un albo americano del 1947 che ha venduto nel mondo 48 milioni di copie); e altri due di prossima
uscita di cui non so se sia il luogo e il tempo di dare notizie (gli editori sono precisi e gelosi
nella comunicazione delle opere).
In questi quattro cammini da una lingua all'altra ho comprovato lo stesso "passo a tre", le
tre "i": INGLESE, ITALIANO, IMMAGINE. O per essere più precisi nei segni e nell'ordine:
INGLESE > IMMAGINE > ITALIANO. E per essere più poetici, le tre "s": IL SENSO, IL
SUONO, IL SEGNO. E Senso + Suono + Segno = Sogno, se la crema riesce.
Nelle pagine del mio sito che presentano "Ciao Cielo" e "Buonanotte luna" si possono
leggere i versi inglesi con la traduzione a fronte: fonti preziose per i curiosi che, col libro di
carta ben squadernato accanto (senza le immagini la triangolazione non non si coglie),
vogliano scoprire i trucchi, i guizzi, le felici simmetrie, le sottomissioni e le libertà, gli
aggiramenti, i tradimenti e i risarcimenti, insomma la fatica del poeta traduttore che
saltella fra quelle tre "i", con l'occhio ben fermo su quelle tre "s".
Inglese, immagine, italiano: hai in mente qualche esempio significativo che ci aiuti
comprendere come avviene questo che definisci passo a tre?
Ne ho tanti e vivi e scalcianti, anche se non è facile comprendere il passo a tre senza le
immagini, la "i" di mezzo: vuol dire che i lettori dovranno andare a vedersi le tavole.
Prendiamo i primi versi di "Ciao Cielo". Gli unici nell'intero libro che si discostano
sensibilmente dall'originale: ma l'incipit, il benvenuto al lettore, la captatio benevolentiae
erano ragioni troppo importanti per trascurarle in vantaggio della fedeltà. I lettori non
attratti dall'incanto sulla porta sono comunque persi anche per la filologia.
I versi inglesi dicono: "Cotton clouds. | Morning light. | Blue on blue. | White on white."
In italiano diventano: "Nuvole al burro | Vento di velo | Zucchero azzurro | Su bianco di
cielo".
Ecco, quel "Nuvole al burro" mi faceva dannare. Così scrivevo a Loredana Baldinucci, la
bravissima editor del Castoro che mi seguiva:
"Troppo grasso, troppo unto? Il burro in sé non dovrebbe disturbare: guardando la figura
lo si accoglie, quelle nuvole candide e cicciottelle lo sopportano. E poi non posso rinunciare
al burro perché consente e introduce il verso che preferisco forse nell'intero
componimento: 'Zucchero azzurro', con ossimoro sinestetico (lo zucchero è bianco!) e
sonora allitterazione (zuk-zur). No, il burro ci sta. Ma 'al burro' è proprio locuzione da
cucina. Più che metafora, padella. In un paesaggio culturale oltretutto affollato di cuochi.
Ma non trovo altra via. La versione 'Nuvole di burro', più accettabile all'Ala del Senso, è
impraticabile per l'Ala del Suono: una sillaba in più, del tutto fuori ritmo..".
Etc. Questi ruminamenti letterari, però, si stemperavano guardando l'immagine. Fate la
prova: la parola "burro" si appoggia alle nuvolette bianche e soffici e rotondette; lo
"zucchero azzurro" si scioglie nel cielo celeste, addolcendolo; e l'intenzione dell'autrice
inglese di passare spennellate cromatiche a strati ("Blue on blue. | White on white") è
ripresa dalla sequenza ". azzurro su bianco.". Insomma, l'esperimento è: leggere solo le
due versione testuali senza immagine, leggere le due versioni guardando l'immagine, e
verificare le sfumature di armonia/disarmonia che si colgono nelle due letture.
Altri e più ricchi esempi di queste triangolazioni ITALIANO/INGLESE/IMMAGNI si
trovano nella pagina del mio sito che presenta l'altra traduzione edita, "Buonanotte luna",
coi versi inglesi, quelli italiani a fronte e i commenti del traduttore.
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Questa pagina è stata creata il 13 marzo 2019
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